Tragedia a Calenzano: cinque vittime nell’esplosione di un deposito Eni

Tragedia a Calenzano: cinque vittime nell’esplosione di un deposito Eni

Calenzano, un comune situato a pochi chilometri da Firenze, è stato teatro di una tragedia inaspettata che ha scosso profondamente la comunità. Lunedì mattina, un’esplosione devastante nel deposito Eni di via Erbosa ha portato via cinque vite, lasciando dietro di sé un dolore incommensurabile. Le vittime, tutte uomini, erano impegnati in attività lavorative quotidiane quando la deflagrazione ha colpito, trasformando una normale giornata di lavoro in un incubo.

Le vittime dell’esplosione

Le cinque vittime sono state identificate come Vincenzo Martinelli, 51 anni, Davide Baronti, 49 anni, Carmelo Corso, 57 anni, Gerardo Pepe, 45 anni, e Franco Cirelli, 50 anni. Martinelli, originario di Napoli, era un padre affettuoso e un amante della natura, mentre Baronti, nato a Novara, era un appassionato di montagna e tennis. Corso, originario di Catania, aveva recentemente ripreso il lavoro dopo un periodo come guardia giurata. Cirelli e Pepe, entrambi trasfertisti, erano arrivati da lontano per lavorare nel settore della manutenzione degli impianti petroliferi.

Il dolore delle famiglie

Le famiglie delle vittime si trovano ora a dover affrontare un dolore inaccettabile. I parenti di Martinelli, Baronti e Corso hanno espresso la loro disperazione, chiedendo giustizia per le morti dei loro cari. La comunità di Calenzano è unita nel lutto, con molti che si sono riuniti per onorare la memoria di questi uomini, descritti come lavoratori instancabili e padri devoti. La procura di Prato ha disposto autopsie per le vittime, mentre i feriti gravi, tra cui Luigi Murno, di 37 anni, stanno ricevendo cure in ospedale.

Richiesta di giustizia e sicurezza sul lavoro

Questo tragico incidente ha sollevato interrogativi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Molti membri della comunità e colleghi delle vittime chiedono misure più severe per garantire la sicurezza dei lavoratori, affinché tragedie simili non si ripetano in futuro. La richiesta di giustizia è forte e chiara: non si può tollerare che la vita di uomini e donne venga messa a rischio in nome del profitto. La speranza è che questo evento possa portare a un cambiamento significativo nelle politiche di sicurezza sul lavoro, per proteggere coloro che ogni giorno si recano a lavorare per sostenere le proprie famiglie.

Lascia un commento

error: