Il fenomeno delle baby gang a Pozzuoli
Negli ultimi mesi, Pozzuoli è diventata teatro di scontri tra bande giovanili, un fenomeno che preoccupa le autorità e i cittadini. Le baby gang, composte da giovanissimi, si sono organizzate in gruppi distinti, ognuno con i propri simboli e segni di affiliazione. Il numero 17, ad esempio, è diventato un simbolo per la gang di Monterusciello, mentre il numero 22 rappresenta i membri del Rione Toiano. Questi numeri non sono solo semplici identificatori, ma portano con sé storie di violenza e vendetta, legate a nomi noti della criminalità organizzata napoletana.
Gli scontri e le indagini
Il 5 ottobre scorso, Pozzuoli è stata scossa da violenti scontri tra i due gruppi, che si sono affrontati in diverse location, tra cui piazza Aldo Moro e Piazza a mare. Le violenze, riprese dalle telecamere di sorveglianza, hanno portato all’apertura di un fascicolo d’indagine da parte della polizia. Gli agenti del commissariato di Pozzuoli, guidati dal vicequestore Raffaele Esposito, hanno identificato tre giovani tra i 16 e i 19 anni come protagonisti di questi eventi. Le indagini hanno rivelato una rete di affiliazioni e vendette, con un chiaro legame tra i membri delle gang e la criminalità organizzata locale.
Le misure adottate dalle autorità
In risposta a questi eventi, il Questore di Napoli ha emesso tre divieti di accesso alle aree urbane (DACUR) per i giovani coinvolti. Questi provvedimenti vietano loro di frequentare qualsiasi locale pubblico a Pozzuoli per un periodo che va da uno a due anni. La violazione di queste misure comporterebbe conseguenze penali. La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di familiari di capoclan tra i membri delle gang, il che suggerisce un intreccio pericoloso tra gioventù e criminalità organizzata. La polizia, grazie all’intervento di un agente libero dal servizio, è riuscita a prevenire ulteriori scontri, ma la tensione rimane alta.