In occasione della Genova Tattoo Convention, l’ideatore dell’evento e tatuatore professionista, Riccardo Piaggio, in un’intervista pubblicata da Repubblica fa una riflessione sul modo di concepire oggi il tattoo, a partire da tutti i clienti del suo studio fino alle tendenze che oggi circolano nel mondo dei vip.
Il tatuaggio è parte integrante della vita di ciascuno e si sta perdendo il timore di potersene poi pentire?”Chi si tatua – afferma Piaggio- e chi fa il tatuatore ha perso la paura del “dopo”, del “che cosa” accadrà nel futuro. Sono coscienti che tutto cambia e che tutto scorre, quindi fermano sulla pelle un istante che rimarrà loro come una pietra miliare”.
Un tema importante toccato da Piaggio,nella sua intervista,riguarda proprio il rapporto esistente tra tatuaggi e tipi di professione. Il tatuaggio, pure se considerato una forma d’arte, in alcuni ambienti lavorativi non è accettato. Esistono regole in ogni ambito lavorativo e chiunque voglia entrare a far parte di una determinata categoria lavorativa deve valutare dove farsi tatuare.
“Io ho una teoria: i luoghi di lavoro sono come delle tribù- continua Riccardo Piaggio- Se si fa l’avvocato si entra in un gruppo che ha delle regole e un sistema di valori ben codificato: in questo caso, appunto, è difficile che si trovi l’avvocato tatuato o, in caso contrario, che venga accettato subito di buon grado. Penso anche che la diversità, almeno all’inizio, crei timore e quindi repulsione”.