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Un tuffo nella storia: i tatuaggi nell’antica Roma

I tatuaggi oggi fanno parte della società e fortunatamente ci stiamo allontanando da quelle discriminazioni nei confronti di chi porta tatuaggi anche belli grandi e ben in vista. L’arte del tatuaggio oggi è molto apprezzata anche in Italia, dove tra eventi e fiere si cerca di diffondere molti messaggi positivi anche ai giovani, che non devono mettere a rischio la loro salute affidandosi a tatuatori poco professionali.

Se facciamo un passo indietro, possiamo renderci conto che già al tempo dei romani esistevano tatuaggi simbolici che andavano ad identificare proprio classi sociali. Inizialmente si tatuavano solo schiavi, gladiatori e criminali e questi segni venivano detti “stigma“. Si trattava si scritte o simboli distintivi che indicavano quelle classi marginali ed essendo un segno distintivo non potevano essere tatuati i signori.

Nell’antico Impero Romano  tatuare un criminale o anche un nemico significava fargli un grande torto. Addirittura, in alcuni casi,  essi venivano anche associati al Paganesimo e alle pratiche non cristiane. Con il tempo, poi, anche i soldati iniziarono a ricevere tatuaggi che venivano utilizzati come segno distintivo di appartenenza ad una determinata legione. Poi, si passò a pensare al tatuaggio non solo negativamente. Invece che medaglie, i veterani si facevano aggiungere nomi di una seconda legione o anche il nome di una battaglia importante alla quale avevano partecipato.

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